Tour de France Femmes 2022, troppe cadute nelle prime tappe: “Forse molte atlete e molti team non sono ancora pronti per questo”
Grande spettacolo, ma anche tante cadute al Tour de France Femmes 2022. In questi primi giorni di corsa in Francia, infatti, sono stati molti gli incidenti visti in strada, alcuni dei quali hanno anche costretto delle attese protagonista al ritiro: è il caso, per esempio, di quanto successo a Marta Cavalli (FDJ-SUEZ-Futuroscope) e oggi ad Emma Norsgaard (Movistar). In tanti, addetti ai lavori e non, si stanno chiedendo il perché di tutte questa cadute. Fermo restando che lo stress genera sempre confusione in corsa come succede ai colleghi uomini, molti credono che una crescita così veloce ed improvvisa non abbia fatto solo del bene al ciclismo femminile: un tema su cui forse serviranno in futuro delle riflessioni più approfondite.
Tra coloro che si sono espresse sull’argomento c’è anche Jolien D’hoore, direttrice sportiva della AG Insurance-NXTG, raggiunta dai microfoni di rtbf: “Il ciclismo femminile sta crescendo velocemente, forse un po’ troppo velocemente. La differenza tra le squadre più forti e gli altri team è un po’ troppo ampia, in tutti i campi. Un altro problema è che le segnalazioni non sono chiare. Molte strade strette sono indicate solo con un po’ di pittura rosso fluo. In Belgio i segnali sono dieci volte migliori che qui”.
Riflessione che in parte condivide anche Marta Bastianelli (UAE Team ADQ), intervistata stamani da Eurosport: “Il ciclismo femminile è cambiato in poco tempo molto velocemente e forse molte atlete e molti team non sono ancora pronti per questo. Per cui a volte succedono anche tante cadute e tanti incidenti in gara: tante atlete non sono abituate a velocità alte e chilometraggi così e a fare giorni così intensi. C’è da rivedere qualcosina per quanto riguarda questo lato qui”.
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